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Storia del Diwali

Diwali: immaginatevi uno scenario da favola: le strade affollate, addobbate da milioni di luci scintillanti sparse per tutti gli edifici, su tetti, porte e finestre, intorno ai templi….
Interminabili sequenze di lumi si accendono nelle case.
Le città e i villaggi si illuminano, simbolo della vittoria della luce sulle tenebre, della conoscenza sull’ignoranza, del bene sul male. I pavimenti delle case e dei locali vengono decorati con bene auguranti disegni tradizionali (Rangoli), per accogliere Lakhsmi, la dea della ricchezza e della prosperità.
Le donne indossano le vesti tradizionali più belle e i bambini si divertono a far esplodere i petardi.
In questa festa tradizionale induista, le tradizioni si smarriscono in narrazioni epiche e fantastiche.
La più popolare leggenda associata alla festa di Diwali è quella che tratta del ritorno del re Rama, avatar del dio Vishnu, alla sua città natale Ayodhya, dopo 14 anni di esilio in una foresta e dopo aver sconfitto il cattivo re Ravana. Ravana aveva rapito Sita, moglie di Rama, per condurla nel suo regno, nell’attuale Sri Lanka. Rama riesce alla fine a salvare sua moglie e sconfiggere Ravana.
Il popolo della città, al ritorno del re, accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore. Da qui il nome Dipawali o più semplicemente Diwali.
Il Diwali è infatti noto come la “festa delle luci”.
Un’altra leggenda in merito all’origine della festa racconta del re Bali, così potente da costituire una minaccia per gli dei. Così Vishnu, sotto le sembianze di un bambino, lo pregò di dargli tanta terra che potesse coprire con tre dei suoi passi. Il re esaudì il suo desiderio. Vishnu riprese le sue vere sembianze e, con il suo primo passo, coprì il cielo intero, con il secondo, coprì la terra. Prima di fare il terzo passo, Vishnu chiese a Bali dove avrebbe dovuto fare il suo terzo passo. Bali offrì la sua testa. Mettendo il piede sulla sua testa, Vishnu lo spinse quindi verso il mondo sotterraneo. Allo stesso tempo, per la sua generosità, il Signore Vishnu gli diede la lampada della conoscenza e gli permise di tornare sulla terra una volta all’anno con milioni di lampade per dissipare le tenebre e l’ignoranza e diffondere lo splendore dell’amore e della saggezza. Per questo, il secondo giorno del Diwali si onora la credenza che la luce delle lampade allontani l’ignoranza e diffonda la radiosità dell’amore e della saggezza.
Infine, secondo un’altra tradizione, questa festa sarebbe interamente dedicata alla dea Lakshmi, dea dell’abbondanza, della ricchezza e della prosperità.
Diwali rappresenterebbe la nascita della dea.

La festa dura cinque giorni:

  • Dhanteras o Dhanatrayodashi: il tredicesimo giorno dalla Poornima (luna piena) è il primo giorno di festa. “Dhan” significa “ benessere” e “teras” vuol dire “tredicesimo giorno”. L’usanza vuole che sia di buon auspicio comprare in questo giorno qualche utensile nuovo per la casa, che deve essere ripulita da cima a fondo per l’occasione e, per chi può permetterselo, anche qualche monile d’oro. Si celebra Lakshmi, la Dea della prosperità. In alcune località dell’India, le lampade vengono accese anche per Yama, il Dio della Morte.
  • Chhoti Diwali o Narak Chaturdashi: nella vigilia di Diwali si ricorda Hanuman, dio dall’aspetto di scimmia e a sua volta grande devoto di Rama, il quale giunse volando in città per annunciare al popolo l’imminente ritorno del Signore Rama. Tipici di Chhoti Diwali sono i mithai, dolci a base di farina e miele, ripieni in varia maniera e poi fritti nel ghee. Proprietari ed imprenditori sono soliti portarli in ufficio, in negozio o a casa per offrirne ai loro impiegati. E’ tradizione esporre piccole casette con al centro una immagine di Lakshmi, così come statuine di Ganesha e della dea che verranno poi utilizzate nella puja, la cerimonia religiosa. Lakshmi, la divinità della ricchezza e dell’abbondanza associata all’oro, è di fatto la protagonista della festa e secondo la tradizione farà visita alle case piene di luci durante questi giorni per portarvi prosperità. Questo giorno viene spesso festeggiato facendo esplodere dei mortaretti.
  • Diwali o Lakshmi Puja: il giorno della luna nuova che segna l’inizio delle due settimane buie di Ashvin. Questo è il vero giorno di festa e, dunque, quello più significativo.
  • Balipratipada o Padiwa o Goverdhan Puja o Varshapratipada: il primo giorno delle due settimane luminose di Kartik, quando Krishna alzò il Govardhan Parvat per proteggere i Gokul dalla collera di Indra e venne incoronato il Re Vikramaditya.
  • Bhai Dooj o Bhaiya Dooj: il quinto ed ultimo giorno della festa di Diwali. I fratelli e le sorelle rinnovano il loro affetto; le sorelle mettono il sacro tilak rosso sulla fronte dei fratelli e pregano per la loro vita, mentre i fratelli benedicono le sorelle e fanno loro regali.
Durante questa festa, diversi sono i riti da eseguire e, in un paese grande quanto l’India, ci sono delle differenze tra i vari stati e addirittura tra le varie tradizioni familiari ma è comune a tutti il significato della festa più amata in India: la vittoria del bene sul male. Nel Maharashtra sono usuali i bagni con olio di sesamo e “Uptan” di farina di ceci e polveri profumate. 

Il giorno di Diwali magnifici rangoli (disegni colorati) vengono preparati all’esterno di case e negozi, sempre punteggiati da miriadi di lucine. E’ una maniera gioiosa di accogliere l’arrivo della dea Lakshmi e di tutti i doni che ella vorrà donare a chi la venera: prosperità, abbondanza, denaro, affetti rinsaldati ecc.

Si disegnano piccole orme di piede usando farina di riso e polvere vermiglia in tutta la casa, per indicare l’attesa della dea . Non è raro trovare l’abitudine di tenere aperta la porta di casa per permettere alla dea di entrare.

Durante l’intera festività le luci non devono mai mancare e, per questo, lampade (“diya”) e candele sono tenute accese ogni sera.

E’ consuetudine molto diffusa iniziare il giorno, prima dell’alba, con un bagno purificatore seguito da un massaggio con oli profumati. Compiere correttamente questo rito equivale, religiosamente parlando, ad un’abluzione nel Gange, secondo la tradizione.

Se la casa non è stata ancora pulita, si dovrà farlo all’alba o di mattina per accogliere Lakshmi.

Durante il giorno ci si scambiano dolci e regali per rafforzare i legami tra la famiglia e gli amici. Si indossano vestiti nuovi e gioielli e si fanno esplodere petardi e fuochi d’artificio.

La luce sublime della conoscenza e la devozione degli uomini vincono l’ignoranza. Con la luce si eliminano attaccamenti, desideri morbosi e pensieri negativi.
Per questo le luci illuminano ogni casa. 
 

 

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